Pausa caffè

Scritto il 27 novembre 2012 da Avv. Giuseppe Tripodi

Cassazione : si alla pausa caffè durante le ore di lavoro

Corte di Cassazione – Sentenza n. 4509/12

C’é chi lo prende appena sveglio magari macchiandolo con un po’ di latte e chi invece non può farne a meno dopo i pasti o a metà mattinata, tra un lavoro e l’altro.

Il caffè in Italia è una filosofia di vita, una cosa a cui pochi potrebbero rinunciare ecco perché Georges Courteline (ne La filosofia di Georges Courteline, 1922) diceva con convinzione che “si cambia più facilmente religione che caffè”.

In Italia quando si parla di caffè si parla anche di Napoli e dei napoletani, veri intenditori e grandi consumatori della bevanda.

Questi, piú di tutti, hanno dedicato alla “nera miscela” un numero infinito di poesie, canzoni e pensieri.

Come non ricordare il grande Eduardo De Filippo che (in Fantasmi a Roma, 1961) diceva “Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro” oppure l’immortale Totó quando (in Sua eccellenza si fermò a mangiare, 1961) ci regalava una “perla” di simpatia dicendo “Per prendere un caffè e tradire la moglie c’è sempre tempo”.

Anche Giuseppe Verdi era un grande estimatore del caffè, non a caso a lui viene attribuita la frase “Il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito”.

Questo pensiero di Verdi fu sicuramente condiviso dai giudici della Suprema Corte di Cassazione che, nel trattare un caso, hanno stabilito che la pausa caffé, durante gli orari di lavoro, può avere un effetto benefico.

Con la sentenza n. 4509/2012 i giudici di Piazza Cavour hanno precisato che può tollerarsi, durante le ore di lavoro, un piccolo break di “pochi minuti”, perché permette di recuperare le energie psico-fisiche e favorisce un successivo migliore espletamento del servizio.

Molti studiosi hanno parlato di questi effetti benefici del caffe ma, recentemente, anche la New York University ha sostenuto che una breve “pausa caffè” aiuta il cervello ad elaborare ed immagazzinare informazioni nuove.

Chiaramente a fronte di questa situazione “tollerata” dalla Cassazione molte altre, che potrebbero inquadrarsi come piccole leggerezze del lavoratore, sono invece considerate dalla Corte come situazioni ad alto rischio di licenziamento (almeno nei casi piú gravi) o, nei casi meno gravi, una sanzione disciplinare.

Basta pensare che il lavoratore rischia il posto (o un richiamo) se si assenta senza un giustificato motivo dalla propria postazione oppure se si allontana per andare a ricaricare il cellulare ma si rischia il posto anche per l’utilizzo del telefono dell’ufficio o per avere un atteggiamento poco collaborativo o offensivo verso i colleghi.

In buona sostanza, vada bene prendere il caffé durante le ore di lavoro ma niente uscite fuori programma, potreste perdere il posto di lavoro.

Ma ATTENZIONE…

Dal Web (Intrage – Notizie) leggiamo il seguente articolo:

“I lavoratori italiani, in base al tipo di contratto sottoscritto con il committente o con il datore di lavoro, possono far valere una serie di diritti. In questo insieme, però, non è compresa la pausa caffè che, al contrario, se effettuata all’inizio del turno, può anche mettere in difficoltà il lavoratore.

I giudici amministrativi, che si sono pronunciati sull’argomento, hanno preso in esame il ricorso di un poliziotto, contro un provvedimento disciplinare della Questura. Il poliziotto, infatti, dopo aver iniziato il suo turno di lavoro, si era allontanato per prendere un caffè e dell’acqua dal distributore automatico.

I giudici del Tar di Trento, respingendo il ricorso, hanno sentenziato: la pausa caffè non è un diritto del lavoratore e non è decorosa. Prendere acqua e caffè da un distributore automatico, si legge nella nota, non può essere considerato esercizio di un diritto costituzionale garantito. In più, il caffè, preso ad inizio turno, è indecoroso, perché si presume che il lavoratore abbia già fatto colazione“.