convegno ICA Milano 2016

Milano – Ecco la sintesi dell’INTERVENTO DEL Professor Amleto d’Amicis al convegno organizzato dall’Ica.

Nel 1993, lo IARC (International Agency for Research on Cancer di Lione) produsse una monografia sulle bevande contenenti caffeina ed altre metilxantine, dove caffè, te e mate furono esaminati nei loro rapporti con i vari tipi di cancro e altre patologie.

Sostanzialmente tutte le bevande si rivelarono piuttosto neutre fatta eccezione per alcune incertezze nei confronti di alcuni tipi di cancro, pancreas, rene e vescica in modo particolare.

Dall’inizio secolo a quella data erano stati pubblicati circa 2200 lavori solo sul caffè. Il dato eclatante è che dal 1990 in poi i lavori scientifici solo sul caffè sono stati circa 9400. Una grossa mole di studi in 25 anni che, oltre al cancro, hanno preso in considerazione anche una vasta serie di altre patologie, come le malattie cardiocircolatorie, il diabete, le malattie dell’apparato digerente e fegato, l’osteoporosi, ecc., hanno finalmente chiarito molti aspetti sul caffè, sulla sua natura, sui suoi rapporti con la salute.

Dal punto di vista chimico il caffè è un concentrato di numerosissime sostanze, molte delle quali con attività biologica molto utili per l’organismo e altre che possono avere anche azione farmacologiche se assunte in dosi massicce.

Tra queste la caffeina, la sostanza che caratterizza maggiormente il caffè. E’ una trimetilxantina che ha un blando effetto stimolante. Il nostro organismo ne può tranquillamente beneficiare se assunta nell’arco della giornata nella dose massima consigliata di 300 mg (circa 5 mg per kg di peso) ma non in unica dose, nel qual caso provocherebbe un effetto farmacologico.

Nelle donne in gravidanza è di 200 mg la dose massima consigliata. Altre sostanze come i polifenoli, acido caffeico, acido clorogenico, melanoidine, ecc hanno un potente effetto antiossidante e anche altre proprietà biologiche positive per l’organismo che sono ancora oggetto di molti studi. Quanto ai rischi paventati per la salute, è stato dimostrato che il caffè non è un fattore di rischio per i tumori.

Molte precedenti osservazioni che erano state prese in considerazione da IARC nel 1993 erano falsate dalla copresenza di altri fattori ambientali e di stile di vita. Gli studi recenti più approfonditi e le numerose metanalisi hanno infine chiarito tale aspetto.

E così il World Cancer Research Fund, entità sovranazionale che sistematicamente rivede la letteratura scientifica sul cancro, ha pubblicato il suo compendio su nutrizione e cancro nel 2007, nel quale non riporta alcuna associazione tra caffè e ogni tipo di cancro.

Sui tre dubbi pregressi esprime il suo parere ritenendo che “è improbabile che il caffè abbia un sostanziale effetto sul rischio di cancro del pancreas o del rene” e sulla vescica si esprime con una “improbabile associazione”.

Anche riguardo al sistema cardiocircolatorio (ipertensione, malattia coronarica, ictus), il caffè non rappresenta un fattore di rischio, sia per quanto riguarda l’insorgenza della malattia sia per la mortalità per causa.

Nel frattempo molti studi hanno dimostrato gli effetti protettivi del caffè nei confronti di numerosi tumori, come quelli del colon, del fegato, dell’endometrio, e altre patologie. Risulta, in maniera convincente, protettivo nei confronti della cirrosi epatica (anche alcolica) e del diabete per il quale il caffè decaffeinato ha un effetto maggiore.

In conclusione, si può tranquillamente affermare che il consumo moderato di caffè per le persone sane non solo non fa male ma può addirittura aiutare a promuovere la salute e stare meglio.

Il caffè può, quindi, avere un ruolo rilevante nell’abituale alimentazione della popolazione.

Qualche cautela è comunque d’obbligo per coloro che non sopportano la caffeina, i quali possono tranquillamente gratificarsi con il caffè decaffeinato o per coloro che hanno avuto esplicite indicazioni mediche.

C’è ancora molto da scoprire sugli effetti del caffè, in particolare sugli effetti dei suoi composti minori.

Fonte: https://www.comunicaffe.it/il-convegno-ica-che-cosa-dicono-gli-studi-sul-caffe-pubblicati-dal-1990/